martedì 15 settembre 2009

Gli avanzi di un cane

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Sapevo che sarebbe accaduto... Sì lo ammetto, credevo di averla dimenticata, ma solo ieri, primo giorno di scuola, me la sono ritrovata davanti, e mi sono ricordato di quanto fosse bella. Avevo impiegato tre mesi, tutta un'estate. Dal quel 14 giugno, data che forse non scorderò mai... Sì, sono esattamente tre mesi. A pensare che aprii questo blog per tenere la mente occupata, andai a lavorare in un ingrosso di frutta, a scaricare le casse di banane, mi sono rinchiuso a casa rintontendomi il cervello di film, musica e videogiochi, tutto questo per dimenticarla. Una fatica immane. Per questo mi sorprendo con quanta facilità ho buttato via nel cesso tutte le mie fatiche. Credevo sarebbe stato un capitolo chiuso della mia vita. Credevo di essere più forte. Credevo di saper domare le mie emozioni. Credevo di aver capito tutto, ma alla fine mi sono reso conto di non aver capito un cazzo.
Tutto ebbe inizio in quella serata di aprile. Mi trovavo a Barcellona in una gita scolastica. Nell'albergo c'era il divieto di uscita. Seguii un amico che andava in giro per le camere d'albergo giusto per fare qualcosa... Dopo una decina di camere, andammo in una camera di ragazze seduta su un letto attaccato al muro, intenta a ripassare i quiz per la patente, c'era lei. Io, come al solito rimango muto... Entrarono un macello di gente. In tutto eravamo una ventina in una camera relativamente piccola. La guardai la prima volta e non sentivo nulla. La guardai la seconda volta e non sentivo nulla. La guardai la terza volta e non sentivo ancora nulla. La guardai per tutta la serata e non sentivo nulla. In realtà ero io che dicevo che non sentivo nulla, ma rimanere per tre ore in una stanza con venti persone e guardare sempre la stessa ragazza con uno sguardo da ebete (fortuna che non mi ha visto (almeno credo/spero)) forse forse qualcosa sentivo...
Gli altri rimasero svegli fino alle 4:30/5:00 del mattino, io rimasi fino alle 6:30 a guardarla dormire. Oddio, non vedevo un cazzo perché c'era buio pesto, ma quel poco che vedevo mi sentivo realizzato... Alla fine mi sono dovuto alzare e sono andato nella mia camera altrimenti non avrei chiuso occhio. Alle 7:00 mi svegliano i miei compagni di camera. Era l'ultimo giorno in albergo quindi dovevamo preparare le valigie per ritornare in Italia, ma prima ci sarebbe stata un'ultima notte sulla nave. Insomma, ho camminato per mezza barcellona con due occhiaie della madonna e con solo mezz'ora di sonno. Ero sia fisicamente che mentalmente distrutto, ma nel mio picco cervello continuavo a ripetermi "Ehi, ne è valsa la pena!". Finalmente imbarcato, non apro neanche le valigie, vado al ristorante, mangio e ritorno subito in cabina per un meritato riposo. Non faccio a tempo a sdraiarmi sul letto che bussano subito alla porta: in pratica mi propongono di andare in una cabina dove si sarebbero riuniti una comitiva di persone per andare in discoteca. Tutta questa voglia non ce l'avevo, ma ho guardato subito il lato positivo: sicuramente c'era anche lei!
Effettivamente c'era. Andammo su in discoteca. Premetto che quella sera il mare era agitatissimo e quindi la barca si muoveva a destra e a sinistra come se niente fosse. Siccome la discoteca si trovava sopra a tutto, l'effetto era amplificato di molto. In pratica la scena era questa: per le scale che portavano alla sala da ballo c'era tanta di quella gente che stava così male, così pallida, che salivi le scale a tre gradini per volta per paura che qualcuno ti vomitasse sulle scarpe. I bagni erano strapieni di gente che rimetteva. Arrivati in sala, mi sono pisciato letteralmente sotto dalle risate. In poche parole la situazione è questa: l'80% delle persone che stava seduta sui divani, stava lì perchè si sentivano malissimo e non avevano il coraggio di dirlo. Tant'è vero che, chiedendo ad un amico se stava male, egli mi risponde dicendomi "No non stò male, è solo che la serata è noiosa". In realtà si vedeva lontano un miglio che era pallido come Michael Jackson, però rimaneva seduto sul divano. Io, che non sono mai andato su una nave da crociera, non sapevo se mi facesse male il mal di mare o qualcos'altro. Fortunatamente non sentivo nulla. Per me la barca era ferma. Mi accorgevo che si muoveva solo perché gli altri sbattevano continuamente a destra e a sinistra. Ma ritornando a noi, quella sera andammo in discoteca, mi sedetti su un divano, e in lontananza la guardavo che si divertiva, che ballava e che rideva. Anche se ero fermo immobile e zitto, mi sono divertito anch'io. Siccome tutta la comitiva si è sentita male, abbiamo deciso di tornare giù in cabina. Per farla breve, io che stavo da quasi 2 giorni sveglio, con solo mezz'ora di riposo, ho dovuto affrontare un nuovo tour de force di 8 ore. La cosa più stressante è che eravamo in una cabina per 4 persone e dentro invece c'erano 25/30 persone. Tra l'altro non c'erano finestre, quindi mancava spesso l'aria... ma la cosa più grave era che io mi ero sistemato sotto il letto, e lei si trovava esattamente sopra di me. Non potevo guardarla. La permanenza in quella cabina era già resa difficile dall'aria che mancava e dallo spazio che mancava. Mi sentivo avvilito... Sono rimasto sveglio fino alle 8 del mattino senza chiudere occhio, parlando del più e del meno con chi rimaneva sveglio di turno. Eh già perchè mica si addormentavano tutti insieme! Si davano il cambio! Prima uno e poi l'altro. Almeno chi sarebbe stato sveglio avrebbe avuto qualcuno (io) con cui parlare... Guarda caso, con chi mi interessava di più non ho mai parlato... Quando si dice "fortuna"!!!
Alle 8 del mattino mi sono recato in cabina (non so con quali gambe...) che ero più o meno un cadavere vivente. Per l'esattezza uno zombie. Tanto per la cronaca mi sono risvegliato alle 12....
Di ritorno a casa, tutto è tornato alla normalità, tranne per il fatto che mi mancava qualcosa... Mi mancava vederla tutti i giorni, mattina e sera. Mi dovevo accontentare di miseri secondi, quando c'era il cambio dell'ora oppure all'uscita di scuola. Insomma, semplici avanzi....

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