martedì 30 giugno 2009

Sassi e sassolini


Un professore di filosofia teneva la sua lezione a dei ragazzi. Era in piedi davanti alla sua classe ed aveva davanti a sé alcuni oggetti.
Durante la lezione, senza proferire parola, il professore prese un grosso vaso vuoto e lo riempì con delle rocce di 5-6 cm di diametro. Quindi egli chiese agli studenti se il vaso fosse pieno, ed essi annuirono.
Allora il professore prese una scatola di sassolini, e li versò nel vaso. Scuotendolo appena, i sassolini rotolarono negli spazi vuoti fra le rocce. Il professore quindi chiese ancora una volta se il vaso fosse pieno, e gli studenti assentirono nuovamente. Ma cominciarono a ridere, quando il professore prese una scatola di sabbia e incominciò a versarla nel vaso. La sabbia riempì ogni singolo spazio vuoto.

Il professore prese parola e disse loro: “Voglio che tutti voi immaginiate che il vaso rappresenti la vostra vita. Le rocce sono le cose importanti, come la famiglia, il partner, la salute, i figli. Anche se ogni altra cosa dovesse mancare, e solo queste rimanere, la vostra vita sarebbe comunque piena. I sassolini invece sono le altre cose che contano, come il lavoro, la casa, l’automobile o la moto. Infine la sabbia rappresenta qualsiasi altra cosa, le piccole cose. Se voi riempiete il vaso prima con la sabbia, non ci sarà più spazio per rocce e sassolini. Lo stesso è per la vostra vita; se voi spendete tutto il vostro tempo ed energie per le piccole cose, non avrete mai spazio per le cose veramente importanti. Ora sta a voi stabilire le vostre priorità, ma ricordate: il resto è solo sabbia"

L'Islam


Pochi giorni fa mi sono imbattuto in una serie di pagine web dove si discuteva sulle decisione estremiste della religione islamica. In particolare mi sono soffermato su una pagina in cui un islamico definiva, con testuali parole, il significato di terrorismo: “Il terrorismo è la moderna modalità per riprendere il progetto di conquista islamica del mondo interrotto sotto le mura di Vienna nel 1683”. Decisamente allarmato, non ho potuto far altro che informarmi di più sull’Islam per vedere se avevo beccato il cosiddetto “ago nel pagliaio”. Se cerco la parola Islam su Google, non posso far a meno di notare che gli islamici sono accusati di varie: in primis discriminano l’universo femminile (islamico s’intende) suscitando scalpore nell’occidente libero costringendo le proprie donne a portare il burqa (velo caratteristico islamico), a non proseguire gli studi, a non far carriera nel mondo del lavoro, a non decidere né sul proprio futuro né quello dei propri figli e, dulcis in fundo, devono essere TOTALMENTE sottomesse al proprio marito. Ma oltre all’emancipazione della donna, fa molto discutere la Jihad, ovvero l’organizzazione militante, tradizionalista e terrorista che da decenni organizza attentati, l’ultimo proprio una decina di giorni fa in Somalia. Apro una piccola parentesi: inizialmente la parola “jihad” si riferiva essenzialmente alla lotta non violenta e personale, significato ben diverso da quello dei giorni nostri. Chiudo parentesi.
Soffermandomi proprio su questo punto, ho notato che la maggior parte degli attacchi terroristici sono attacchi suicidi, ovvero kamikaze. Quello che non riesco proprio a capire è il motivo per il quale lo fanno. Come detto in precedenza, gli islamici intendono per terrorismo un modo per espandere la religione islamica nel mondo. Ecco appunto il quesito: cosa potrebbe interessare ad un islamico se io sono cristiano, ebreo, buddista o, appunto, islamico? Penso, penso e ripenso ma una risposta concreta non la trovo. Faranno un lavaggio del cervello generale a tutti… Ma che ne so!
Cercando in giro per il Web, ho trovato un elenco di motivi per cui gli islamici sono predisposti a degli attacchi kamikaze. La cosa più assurda è che questo è un post trovato in un forum di manga e fumetti (?) ed è stato postato da un certo Arkimede... eh già amico lettore, l’avevo postato proprio io un paio di anni fa! Ma vabè, questi sono pettegolezzi!
Inutile dire che il seguente “elenco” non intende offendere nessuno, anche perché sono tutte cose vere e non inventate (almeno credo):

1) Proibito il sesso prematrimoniale
2) Non esistono le prostitute
3) Proibiti i bar
4) Proibite le bevande alcoliche
5) Proibita la televisione
6) Proibito internet
7) Proibiti gli sport e le feste
8) Proibito l’adulterio
9) Proibito mangiare carne di maiale
10) Tonache invece di vestiti
11) Mangiare solo con la mano sinistra perché con la destra ci si pulisce
12)E’ vietata la carta igienica (come se la vita non fosse già sufficientemente complicata)
13) Non ci si può radere
14) Non si può fare la doccia
15) Proibita la radio
16) Proibita la musica straniera
17) Le grigliate devono essere di carne di asino cucinate su sterco di cammello
18) Le donne portano sempre la tunica con l’immancabile burqa
19) La moglie te la scelgono gli altri

Premetto che su alcuni punti, mi ritrovo veramente perplesso (ad esempio i punti numero 12 e 17). Credo che queste regole siano solo per la parte più estremista dell’Islam (almeno spero). Per il punto numero 9 invece, posso assicurarvi che la legge esiste davvero. Infatti Maometto abolì l’assunzione di carne di maiale per il semplice motivo che in Arabia Saudita, facendo molto caldo, mangiare carne di maiale poco cotta provocava la proliferazione del verme solitario.

lunedì 29 giugno 2009

Viaggiare


“Quando viaggio so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco”. Scadeva il Cinquecento quando il saggio Montaigne viaggiava in Europa. Due secoli dopo l’idea del viaggio già si ribaltava a suon di Grand Tour consumati in Italia per amor di scienza e conoscenza: gli inglesi sapevano perfettamente quello che ne Bel Paese si doveva esplorare, ammirare, apprendere. Con umiltà, tanto puntiglio e senza fretta.
Oggi invece si corre, si viaggia sul web si crede di sapere tutto di tutti in anticipo. Per esempio che a Shangai e all’Havana calzavano Nike e mangiano linguine al pesto, come a Roma divorano sushi e sashimi. Insomma, si vede tanto ma si guarda e si scopre poco, cercando poi indigene e singolari performance che anche i turisti “per caso” accarezzano più col denaro che con l’informazione e l’attenzione. Perfino il viaggio-fuga sulle onde di un sogno liberatorio dagli impegni quotidiani, scolastici o familiari che siano, si brucia sul monitor a scapito del viaggio perlustrativo. E con una curiosità proporzionale alla distanze: più lontana è la meta virtuale, più fantastico e divertente è il tour e maggiore, perciò, la percezione del distacco e dell’appagante evasione. Perché nella mente del viaggiatore la distanza spaziale diventa distanza temporale. Ciò spiega l’incubo dei viaggi esotici e oltre oceanici – da Cuba alle Hawaii – proposti dagli invasivi e totemici spot pubblicitari che esaltano, perenni, un mare turchese e una spiaggia di borotalco. O quello della carta stampata che spinge all’effimero godimento delle destinazioni più cool, trendy, smart come, oggi, l’East End londinese, il Prenzlaur Berg berlinese, l’Arabat moscovita, il Marais parigino. Per non dire del viaggio-mito e del mito del viaggio, magari a cavallo di una moto sulle orme di “Easy Rider” o di “Diario di una motocicletta” in compagnia di uno zaino, che Che e del Jim Hendrix. Importante è partire, ingollare il vento di terre lontane e vagabondare sulla scia di Pitea, l’esploratore greco che per primo navigò il “mare coagulato” del Baltico. Giusto ed entusiasmante; ma non sufficiente. Perché se è chiaro che costumi ed abitudini sono ormai omologati, è altrettanto indissolubile che i paesaggi assoluti (dal Cervino alla Monument Valley, dai Llanos venezuelani al delta del Don o ai fiordi Norvegesi), come quelli storicamente ben modellati dall’uomo (dai vigneti della Borgogna alle risaie cinesei), valgono sì il viaggio ma meritano un contatto consapevole.
E gli osannati luoghi comuni, quelli certificati e ufficialmente riconosciuti? Non bastano in se medesimi quando ovunque ormai dieci celebri insegne hanno uniformato anche le storiche piazze più belle d’Europa, incanalando lo sguardo profano più su un paio di scarpe che sui fregi di un palazzo barocco. Non bastano quando anche le più belle e spettacolari architetture contemporanee di Frank Gehry o Santiago Calatrava, di Norman Foster o Renzo Piano diventano segni e simboli da consumare per dovere, Non bastano quando anche il viaggio “intelligente” ha come meta l’imperdibile mostra tematica del giorno, frutto più dell’improvvisazione che della ricerca però promossa dalla pubblicità con martellante tenacia. Ci si diverte e si impara di più tra le straniere genti che affollano in ogni dove i mercati alimentari. E allora, dove andare? Ovunque, ma informandosi, comunicando e osservando. Fotografando con gli occhi. Qualunque luogo “altro” e diverso solletica ed emoziona, se non si pattina la superficie perché ciò si può fare calpestando il pavimento di casa.
Il viaggiare non è istruttivo a ogni costo; può aprire la mente, può ampliare la tolleranza delle abitudini altrui, può sollecitare paragoni e innescare interrogativi. Può essere bagaglio e non baule di idee e di svaghi: basta trasportarsi adeguatamente, e non essere trasportati.

domenica 28 giugno 2009

Sa, Sa! Prova, Prova...

Salve,
oggi, 28 giugno 2009, apro un blog. Non so perché; forse non avevo nulla da fare, o forse è l'unico modo per sfogarmi. Vabè...
Sono un'adolescente, per la precisione ho 17 anni. Studio alla ragioneria, ramo Mercurio (programmazione). Le materie che prediligo sono inglese, storia e informatica. Per le altre, né le odio né le amo, tranne per matematica. Non so perché, ma io e la matematica non siamo mai andati d'accordo.
Mangio tutto: dalla carne al pesce, dalle verdure agli ortaggi. Al dolce preferisco il salato. Non nutro gran simpatia verso i vegetariani. L'uomo è una creatura onnivora per cui non vedo che motivo c'è a non mangiare della carne o del pesce.
Amo tutto cioè che è tecnologico, dai computer ai cellulari.
Parlando di musica, posso dire che ascolto tutti i generi possibili ed immaginabili, fatta eccezione per l'house, la tecno e l'elettronica che non la "concepisco" come musica. Guardo molti film, a dire il vero è da un anno che non faccio altro. Anche qui, come nella musica, guardo qualsiasi film abbia un trama più o meno decente qualsiasi sia il genere. Odio musical, gialli e film fantascientifici.
Come sport, sono un tifoso della Juventus ma non seguo molto il calcio, tranne che per le partite della Nazionale. Sono appassionatissimo di Formula 1, seguo con piacere la MotoGP (con le relative classi inferiori) e il tennis.
Odio la banalità e per questo motivo, cercherò ci inserire interventi con argomenti che pochi (o nessuno) avranno toccato, distaccandomi dalla marmaglia di giornalisti (e pseudo-giornalisti) che sparano sempre le solite cazzate.
Se sei arrivato a leggere fino qui, la cosa mi stupisce alquanto. Davvero!
Buon proseguimento di lettura. Spero che interverrai nei miei post esprimendo le tue opinioni, sia nel bene che nel male.